I 70 anni della marmitta Abarth - Ruoteclassiche
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05/05/2020 | di Paolo Sormani
I 70 anni della marmitta Abarth
70 anni fa al Salone dell'Automobile di Torino veniva presentata la marmitta Abarth, un accessorio che in poco tempo decretò il successo di Carlo Abarth.
05/05/2020 | di Paolo Sormani

Un flashmob virtuale ha festeggiato i 70 anni della leggendaria Marmitta Abarth, presentata il 4 maggio 1950 al Salone di Torino. Il suo sound basso e pieno e pochi cavalli in più trasformavano l’utilitaria 600 o il Cinquino in una piccola sportiva da bar.

Gli amici girano intorno alla 600 bianca che affianca i tavolini sul marciapiede. L’hanno sentita arrivare tutti, con quel suono inconfondibile pastoso e un po’ sordo che è già un annuncio e insieme un vanto, una promessa borbottata e comprensibile solo agli sportivi. Bastano pochi secondi per esaminarla e avvistare l’estremità dello scarico che spunta da sotto le branchie del cofano posteriore: “È Abarth?”. Quante volte e davanti a quanti bar degli anni Cinquanta e Sessanta il giovane proprietario di una Fiat avrà stirato le labbra in un ghigno orgoglioso... Sotto la Mole, il 4 maggio ha un sapore tutto particolare, perché è il giorno in cui si ricorda il Grande Torino. Lato auto, è stato celebrato un anniversario dal sapore decisamente diverso e, nel suo piccolo, altrettanto significativo. Al 32° Salone di Torino del 1950, il marchio dello Scorpione presentò la prima di una lunga serie di marmitte Abarth. La Abarth ha festeggiato questo anniversario speciale sui social invitando la propria community a “farsi sentire” in un vero e proprio flashmob virtuale. Gli aficionados dello Scorpione sono stati chiamati a realizzare delle storie Instagram simulando il rumore del proprio scarico con la voce e taggando il contenuto con l'hashtag#TheRumbleLipChallenge. Il che la dice lunga sulla presa che una marmitta Abarth mantiene sull’immaginario automobilistico collettivo.

Per un pugno di cavalli. Solo un anno prima, nel 1949, il viennese di nascita e italiano di adozione Karl Albert (Carlo) Abarth aveva fondato a Torino la Abarth & C. in società con la famiglia Scagliarini. Nel secondo Dopoguerra, la voglia di tornare a correre degli appassionati era soverchiante rispetto alla disponibilità economica e di auto sportive. Assecondando questo dato di fatto e la sua brillante intuizione, Carlo Abarth affiancò all'attività corse l'attenzione per il grande pubblico: nacquero così le famose cassette di trasformazione per vetture di serie che aumentavano potenza, velocità massima e accelerazione. Gli elementi più distintivi e ricercati erano proprio gli impianti di scarico che, nel corso degli anni, sarebbero diventati la colonna sonora del nome Abarth. Un sistema semplice e innovativo che faceva guadagnare alle piccole Fiat prestazioni e rispettabilità di strada. Geneticamente predisposti alla sportività e all’individualità, gli automobilisti italiani avevano movimentato la motorizzazione di massa con la corsa all’accessorio. Con quella marmitta montata là dietro, schiacciare il pedale e tormentare di doppiette la leva del cambio trasformava l’utilitaria da mezzo di trasporto in sala giochi. Nel giro di una decina d’anni, nel 1962 la Abarth & C. era già in grado di produrre 257.000 marmitte (di cui il 65% destinate all’esportazione) con uno staff di 375 persone. Un successo immediato e straordinario: se le prime 50 unità furono realizzate per la Topolino, la marmitta Abarth faceva “cantare” un tono sotto un po’ tutte le Fiat, dalle 600 alle 1100, fino alle 1400 e 1500. Con un’attenzione particolare per la 500: Carlo Abarth se ne innamorò al punto da elaborare le Fiat-Abarth 595 e relative "cassette di trasformazione", alle quali fu devoluto un numero incalcolabile di ore di straordinario da parte dei giovani proprietari dei Cinquini.

70 anni tutti di corsa. Ancora oggi questo concetto è alla base dei sistemi di scarico “Record Monza” montati sulle Abarth di ultima generazione. Fin dal lancio della nuova Abarth 595 nel 2008, lo Scoprione ha riportato in auge la sua marmitta sportiva. Questione di sound potente e aggressivo, ma non solo: il doppio terminale cromato riprende il design del sistema adottato dalla versione da gara 595 Assetto Corse, a conferma che il racing sia il laboratorio ideale per testare soluzioni che possano un giorno essere impiegate dalle vetture stradali. Con la stessa filosofia progettuale, nel 2009 la Abarth ha presentato il sistema di scarico "Record Monza", il cui nome è un tributo al record di accelerazione sul quarto di miglio ottenuto nel 1965 da Carlo Abarth nel “tempio della velocità” – a 57 anni! Sono seguiti il kit “Record Modena” nel 2011 e il “Record Monza Attivo” sulla Abarth 595 del 2018, montato di serie sui modelli595 Competizione,595 Pista e 695 70° anniversario. Il marchio continua a essere seguito da un’attiva comunità di appassionati: a oggi sono 83 i club ufficiali, quasi il doppio rispetto al 2016. Attiva da quattro anni, la community "The Scorpionship" conta già 114.000 iscritti, pronti a riprodurre il sound dello Scorpione dai loro smartphone.

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