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L’8 marzo Alfa Romeo celebra le leggendarie donne pilota

Nella giornata internazionale della donna, Alfa Romeo celebra le donne straordinarie che sin dagli albori dell’automobilismo si sono cimentate al volante, contribuendo, con il coraggio, la passione e il talento all’emancipazione della figura femminile. Con le loro vittorie o semplicemente con la loro partecipazione alle gare più disparate, queste leggende del motorsport hanno dato il loro prezioso contributo per abbattere i pregiudizi di un mondo, quello dei motori, considerato per molto tempo appannaggio degli uomini.

L’otto marzo non è soltanto una data per celebrare le donne ma, è un memorandum per il superamento dei pregiudizi e delle barriere ideologiche che, purtroppo, permangono nel mondo odierno. Ce lo ricorda Alfa Romeo rendendo omaggio a quel manipolo di donne che, dal ‘900 ai giorni nostri, ha contribuito ai successi sportivi e alla gloria del marchio. Ragazze di ieri e di oggi vissute in epoche e Paesi diversi, ma accomunate dalla stessa passione e dalla stessa audacia, che le ha spinte a cercare nuove vette inesplorate: successi che valgono il doppio quando si debbono affrontare i preconcetti, le battute e la globale diffidenza. A loro non importava, volevano e vogliono tutt’oggi restare dei nomi impressi a fuoco tra le pagine della Storia.

Maria Antonietta d’Avanzo. La capostipite delle donne pilota in forza all’Alfa Romeo fu la Baronessa Maria Antonietta d’Avanzo, che debuttò in gara al termine della Prima Guerra Mondiale. Amante delle sfide e della velocità, la D’Avanzo, è stata una giornalista ma è nota soprattutto per essere stata tra i pionieri dell’automobilismo e dell’aviazione.  Al volante dell’Alfa Romeo G1, conquistò il terzo posto al Gran Premio di Brescia del 1921 e confermò il suo valore in molte altre competizioni, sfidando con una grinta formidabile i migliori piloti dell’epoca: non ultimo un giovane Enzo Ferrari. La Baronessa d’Avanzo corse fino agli anni ‘40, gareggiando a bordo di svariate monoposto e in tutti i continenti.

Odette Siko. Negli anni ’30 Alfa Romeo svettava tra i grandi nomi dell’automobilismo, il merito fu della straordinaria accoppiata tra automobili e piloti leggendari: erano gli anni di Nuvolari, Varzi, Caracciola e Sommer. Proprio quest’ultimo vinse la 24 Ore di Le Mans nel 1932, al volante di un’Alfa Romeo 8C 2300, mentre nella stessa gara l’affascinante Odette Siko vinse nella categoria due litri e conquistò il quarto posto assoluto con l’Alfa Romeo 6C 1750 SS. La giovane parigina, ben presto, divenne una delle star del circuito, dove si distinse per la sua grande eleganza e per il suo talento naturale nella guida. Nel paddock era spesso in compagnia di un’altra pilota francese, il cui destino si intrecciò più volte con l’Alfa Romeo, Hellè Nice.

Hellè Nice. All’anagrafe Mariette Hèlène Delangle, Hellè-Nice è stata modella, acrobata e ballerina. Il carisma e una personalità forte la resero nota nell’alta società dell’epoca. Nice amava la guida e le auto da corsa e proprio questa sua passione la portò a stringere amicizie con famiglie importanti, come i Rothschild e i Bugatti. Gareggiò in Europa e in America e fu tra i primi piloti a esporre gli sponsor sulla carrozzeria delle vetture da corsa. Nel 1933, al volante di un’Alfa Romeo 8C 2300 Monza di sua proprità partecipò al Gran Premio d’Italia a Monza. La gara, tuttavia, passò alla storia per i risvolti tragici: durante la corsa persero la vita Campari, Borzacchini e Czaikowski. Nel 1936 Hellè Nice vinse la Ladies Cup a Montecarlo e partecipò al Gran Premio di San Paolo in Brasile, dove rimase coinvolta in un terribile incidente, da cui uscì miracolosamente viva dopo tre giorni di coma.

Anna Maria Peduzzi. Gli anni della Scuderia Ferrari hanno segnato un capitolo fondamentale nella storia di Alfa Romeo. Tra i piloti del “Cavallino Rampante” vi anche era la coppia formata dalla comasca Anna Maria Peduzzi e dal marito Franco Comotti, soprannominato il “Marocchino”. Il debutto sportivo della Peduzzi avvenne bordo di un’Alfa Romeo 6C 1500 Super Sport, che corse quasi sempre da sola e solo saltuariamente insieme al marito. Tra i risultati più prestigiosi, la vittoria nella Classe 1500 durante la Mille Miglia del 1934.  Nel dopoguerra, Anna Maria Pedruzzi gareggiò con modelli Alfa Romeo, come la 1900 Sprint e la Giulietta.

Ada Pace (“Sayonara”). Negli anni ’50 la torinese Ada Pace raggiunse risultati di eccellenza al volante di diversi modelli della Casa del Biscione. Nei suoi dieci anni di carriera, si aggiudicò ben undici gare nazionali di velocità: sei nella categoria Turismo e cinque nella categoria Sport. Raccolse i suoi successi più prestigiosi con le Alfa Romoe Giulietta Sprint Veloce e Giulietta SZ, con cui vinse l’edizione 1958 della Trieste-Opicina. Ada Pace è ricordata anche per lo pseudonimo di “Sayonara” con cui si iscrisse a gran parte delle competizioni: un rimando alla scritta beffarda scritta che apponeva al posto della targa posteriore.

Susanna “Susy” Raganelli. L’unica donna a conquistare un campionato mondiale su quattro ruote è la romana Susanna “Susy” Raganelli, che nel 1966 si aggiudicò il Campionato del Mondo di karting classe 100 cm3 sconfiggendo Leif Engstrom e il grande Ronnie Peterson. Susy legò il suo nome ad Alfa Romeo concludendo la sua carriera al volante di una Giulia GTA e fu anche la prima cliente della leggendaria Alfa Romeo 33 Stradale del 1967, una vettura “mitologica” prodotta in appena 12 esemplari.

Christine Beckers e Liane Engeman. Gli anni ’60 videro l’affermazione della Giulia Sprint GTA, una delle automobili più importanti e più amate nella storia sportiva dell’Alfa Romeo. Meno note sono, invece, le vicende della variante sovralimenta, l’Alfa Romeo GTA-SA (sovralimentata). Venne realizzata in soli dieci esemplari, pensati per competere nel Gruppo 5. La particolarità stava nei due compressori centrifughi ad azionamento idraulico che elevavano la potenza fino a 220 CV, consentendo di toccare una velocità massima di 240 km/h. Pur raggiungendo prestazioni di alto livello, la GTA-SA presentava “un imprevedibile picco di potenza che interveniva all’improvviso e in modo inaspettato, rendendola difficile da governare in curva o in manovra” spiegava Teodoro Zeccoli, storico collaudatore di Autodelta. Chi seppe addomesticare meglio di chiunque questo mezzo “scorbutico”, fu una giovane pilota belga: Christine Beckers, che conquistò la vittoria a Houyet nel 1968, ottenendo ottimi risultati anche l’anno successivo a Condroz, ai “Tre Ponti”, a Herbeumont e a Zandvoort. La Beckers, tuttavia, non fu l’unica donna a distinguersi con un modello GTA: anche la formidabile Liane Engeman che gareggiava nel team di Toine Hezemans portò agli onori della cronaca la sua Alfa Romeo 1300 Junior, divenendo successivamente il volto immagine dell’Alfa Romeo.

Maria Grazia Lombardi e Anna Cambiaghi. Dopo la leggendaria Maria Teresa de Filippis, negli anni ’50, la seconda donna italiana impegnata nel Campionato di Formula 1 (in ben 13 Gran Premi) fu Maria Grazia “Lella” Lombardi. Tra il 1982 e il 1984, Lella corse nel Campionato Europeo Turismo con l’Alfa Romeo GTV6 2.5 insieme ad Anna Cambiaghi, Giancarlo Naddeo, Giorgio Francia e Rinaldo Drovandi, contribuendo alla conquista di molteplici titoli importanti per la Casa del Biscione. Ad oggi è l’unica pilota italiana ad essere “andata a punti” durante un GP di Formula 1.

Tamara Vidali. Nel 1992 Tamara Vidali si aggiudicò il Campionato Italiano Turismo (Gruppo N) su un’Alfa Romeo 33 1.7 Quadrifoglio Verde preparata dal nuovo “Reparto Corse Alfa Romeo”. Indimenticabile anche l’Alfa Romeo 155 con la livrea totalmente con cui la Vidali partecipò al Campionato Italiano Superturismo CIS del 1994.

Tatiana Calderon. Nata nel 1993 a Bogotà (Colombia), Tatiana Calderon ha iniziato a muovere i suoi primi passi nel motorsport nel 2005, aggiudicandosi un campionato nazionale nella serie Easy Kart Pre-Junior. Appena tre anni più tardi, è stata la prima donna a vincere la classe JICA del campionato Stars of Karting Divisione Est, negli Stati Uniti. Nel 2017 la Calderon è stata scelta dal team di Formula Uno Sauber come pilota di sviluppo e un anno dopo, Sauber l’ha promossa come collaudatrice per Alfa Romeo Racing.

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