Addio ad Arnaldo Cavallari, uno dei padri della disciplina rallystica - Ruoteclassiche
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03/04/2016 | di Alvise-Marco Seno
Addio ad Arnaldo Cavallari, uno dei padri della disciplina rallystica
Se n’è andato a 83 anni una leggenda dei rally: fu pilota (strada, pista, salita), talent scout (scoprì Sandro Munari), promotore del suo territorio – il polesine – a tutti i livelli (sportivo, economico, sociale), amante delle belle donne (nove figli). E, mentre correva, attivo imprenditore nel settore del pane (inventore della Ciabatta Italia) cui si […]
03/04/2016 | di Alvise-Marco Seno

Se n'è andato a 83 anni una leggenda dei rally: fu pilota (strada, pista, salita), talent scout (scoprì Sandro Munari), promotore del suo territorio - il polesine - a tutti i livelli (sportivo, economico, sociale), amante delle belle donne (nove figli). E, mentre correva, attivo imprenditore nel settore del pane (inventore della Ciabatta Italia) cui si dedicò anima e corpo dopo le competizioni. (foto in apertura: 1° rally Jolly Hotels, 1965, Arnaldo Cavallari, a dx, e Sandro Munari, a sx, su Alfa Romeo Giulia GTA).

Si è spento ad Adria l'ex pilota e imprenditore Arnaldo Cavallari, una delle figure fondamentali del rally italiano. Era nato il 12 luglio 1932 a Fiesso d'Artico e negli anni della giovinezza si fece le ossa ai campionati automobilistici universitari. Aveva saputo, all'inizio degli Anni 60, cogliere la fondamentale trasformazione delle gare su strada che, orfane delle più grandi manifestazioni in Europa (Mille Miglia in testa), avevano decretato la definitiva affermazione della disciplina rallystica.

Arnaldo Cavallari corse da privato fino ai primissimi Anni 60 quando iniziò a correre (su Lancia Flaminia) in modo semi-ufficiale per il Jolly Club. Poi, quando le gare su strada si divisero tra regolarità e rally, dilagò nella specialità più difficile, quella dove si doveva correre forte, forte davvero: Monte Carlo, Rally di Sardegna, Rally di San Martino di Castrozza, rally di San Marino, Rally del Jolly Hotel, Semperit Rally, Internationale Österreichische Alpenfahrt, Monaco - Vienna - Budapest, Ela-ÖASC Rallye, Tulip Rally...

Cavallari pilotò di tutto: Porsche, Lancia, Fiat-Abarth, Alfa Romeo e Renault. Conquistò il titolo italiano nel 1962, '63 e '64 (con l'Alfa Romeo) e nel '68 e '71 sulle Lancia. Giulietta, Giulia, Fulvia Coupé, R8 Gordini e 911 le armi delle sue battaglie su asfalto o terra. Ma non solo: divenne campione nella serie Gran Turismo e conquistò una Mitropa Cup. Concluse la  sua avventura al volante nei tardi Anni 70 dopo essersi cimentato nei grandi e massacranti rally africani.

IL CAVALLARI TALENT SCOUT
Non pago di essere protagonista in prima linea nelle competizioni, si adoperò come mecenate. Sua  scoperta più grande fu "un certo" Sandro Munari da Cavàrzere che, iniziando come co-pilota dello stesso Cavallari, seppe plasmare il suo talento e diventare una delle leggende della scena internazionale.

L'AMORE PER IL PANE
A fianco dell'attività dei rally, che coltivò soprattutto con un grande spirito di passione piuttosto che come un vero e proprio lavoro, Cavallari rimase saldamente ancorato all'attività famigliare nel settore della panificazione, che seppe sviluppare e incrementare: fu titolare dei Molini Adriesi e creò il tipo "ciabatta", da lui stesso registrato nel 1982 con il nome di Ciabatta Italia.

Alvise-Marco Seno

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