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Zagato, così la Fiat Punto divenne Monomille Coupé

La Fiat Punto Sport Monomille Coupé fu allestita nel 1994 da Zagato per trasformare un’utilitaria in una coupé sportiva

Nel 1994 Fiat si rivolse ai più importanti carrozzieri della scena per proporre loro la realizzazione di una concept su base Punto, ripetendo così l’iniziativa che era stata lanciata due anni prima con la Cinquecento. 

 

Parola d’ordine: stupire. Zagato aveva allora allestito l’innovativa Z-eco, che aveva riscontrato un buon successo di pubblico e stampa. Per questo nuovo progetto Zagato tornò verso un approccio più classico secondo la storica filosofia che aveva contraddistinto il brand dalla fondazione: coupé o spider due posti Gran Turismo pronte per un concorso d’eleganza o per un utilizzo sportivo.

Come negli anni 50. Il brand milanese volle rinverdire i fasti delle leggere e veloci Fiat-Abarth coupé degli anni 50, che tanto avevano vinto nelle classi da 500 a 1000 a Monza, a Sebring o al Nurburgring, e che avevano avuto il loro punto di massima espressione con la Mille Bialbero del 1960, vincitrice del Compasso d’Oro.

Un forte legame con le origini. La Fiat Punto Sport Monomille Coupé Zagato manteneva uno stretto legame con il modello d’origine. Grazie a piccole ma nette modifiche rispetto al design originario, un’utilitaria del segmento B si trasformava così in una un coupé sportiva. Avveniristico l’alettone mobile, soluzione all’epoca ancora poco diffusa nell’industria automobilistica.

Il razionalismo secondo Zagato. Questa proposta era immediatamente riconoscibile nel frontale, più aggressivo, nella differente forma dei passaruota (che ospitavano cerchi da 17 pollici forniti dalla Supera) ma, soprattutto, nella linea ribassata del tetto. Questa creava nella zona più alta la caratteristica forma a doppia gobba, firma del design Zagato a partire dagli Anni 50.

Dietro è un’auto completamente nuova. Gli aggiornamenti furono ancora più significativi nella parte posteriore. La normale coda della Punto fu stravolta per ottenere una forma da coupé tradizionale, con il bagagliaio ricavato nella zona dei sedili posteriori. Ridurre il volume della coda significò ridurre il peso del corpo vettura; inoltre migliorò la rigidità strutturale della scocca e, indirettamente, ispirò il già citato alettone mobile che scorreva lungo il montante C.

L’aerodinamica al primo posto. Lo spoiler, azionato dal pilota, variava la sua incidenza e permetteva così di regolare l’area tra il tetto e la coda nella quale applicare il carico aerodinamico. Il finestrino laterale, disegnato per ridurre i flussi d’aria intorno al montante A e allo specchio retrovisore, contribuiva a migliorare ulteriormente l’efficienza aerodinamica e, nello stesso tempo, esaltava la pulizia e il carattere del design Abarth al quale Zagato si era ispirato.

Trilogia. La Punto Sport Monomille fa parte di un progetto sviluppato da Zagato in tre momenti differenti: oltre a lei la Fiat Cinquecento Z-Eco del ’92 e la BravoBis del ’96.

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