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18/05/2020 | di Paolo Sormani
100 anni di Wojtyla e 45 di papamobile
Nel centenario dalla nascita di Papa Wojtyla, ripercorriamo il suo pontificato dal punto di vista automobilistico scoprendo informazioni e curiosità sulle Papamobili.
18/05/2020 | di Paolo Sormani

Il 18 maggio 2020 è celebrato in tutto il mondo il centenario della nascita di Karol Wojtyla, Papa Giovanni Paolo II. Fra le prerogative storiche del pontefice polacco, anche quella di aver inaugurato la serie delle papamobile, prima scoperte, poi protette da vetri blindati.

Leggere di Giovanni Paolo II su Ruoteclassiche.it potrebbe sembrare strano, senonché proprio per una sua vettura ufficiale fu coniato da un giornalista il neologismo familiare a ogni appassionato di auto: papamobile. Spesso il nomignolo è affibbiato a qualsiasi vettura papale, in realtà è riferito solo a quelle bianche utilizzate dal Pontefice durante le occasioni ufficiali. Restano quindi escluse tutte le automobili donate al Papa e le berline di rappresentanza. Si sa che Giovanni Paolo II non amava molto la definizione di papamobile, giudicata poco decorosa, ma oggi ampiamente sdoganata. Proprio alla prima delle auto bianche realizzate appositamente per Wojtyla è legato uno dei momenti più drammatici del suo pontificato, l’attentato di Alì Agca in piazza San Pietro il 13 maggio del 1981, di cui fu complice involontaria la Fiat Campagnola scoperta.

La prima fu un Land Cruiser. Da decenni il Pontefice aveva affiancato la tradizionale sedia gestatoria alle sontuose berline di rappresentanza scure per spostarsi in pubblico. Fu Paolo VI il primo a ricorrere occasionalmente a veicoli scoperti come autocarri e fuoristrada preparati ad hoc. Specie durante le visite pastorali nel mondo, per permettere ai fedeli maggior visibilità. A partire dal Giubileo del 1975, Paolo VI cominciò a mostrarsi in piazza San Pietro su una Toyota Land Cruiser. Il latteo fuoristrada fu anche la prima papamobile di Giovanni Paolo II, particolarmente dinamico rispetto ai predecessori. Era targato SCV 2, per sottolineare il ruolo in subordine della papamobile rispetto alla berlina ufficiale, alla quale era tradizionalmente assegnata l’immatricolazione SCV 1 (Stato della Città del Vaticano - veicolo numero 1).

La fatal Campagnola. Nel 1980 gli fu affiancata la Fiat 1107 Nuova Campagnola torpedo, donata dai dirigenti e dai lavoratori della Fiat in occasione della visita di Papa Wojtyla a Torino di quell’anno. La Campagnola venne allestita in appena una settimana e recapitata in Vaticano dove fu sottoposta a ulteriori modifiche e immatricolata SCV 3. Come per la Toyota, il Pontefice polacco la utilizzava per solcare il mare di fedeli che affollavano piazza San Pietro. Senza filtri e senza schermi, se non quelli forniti dalle guardie del corpo. A volte persino il parabrezza restava abbassato sul cofano. Incredibilmente, la Campagnola restò in servizio attivo anche dopo l’attentato dell’anno successivo, nonostante il parere contrario dei responsabili della sicurezza. Dopo l’ambito riconoscimento della targa SCV 1 ottenuto nel 2004, la papamobile Fiat fu utilizzata per l’ultima volta nel 2007 da Benedetto XVI. Quindi restò altri cinque anni nell’autoparco vaticano, prima di trovare stabile dimora nel Padiglione delle Carrozze dei Musei Vaticani. Curiosamente, pur non essendo ufficialmente una papamobile, una seconda 1107 Nuova Campagnola ha prestato servizio per Papa Francesco. Di colore beige, fu prestata per una visita sull’isola di Lampedusa nel 2013.

Sotto una buona stella. Se in piazza San Pietro il Pontefice ha continuato a spostarsi in Campagnola, dopo l’attentato dell’81 fu chiaro che all’esterno del Vaticano fosse necessario approntare automezzi più protettivi, con lamiere blindate e una cabina posteriore in vetri antiproiettile. Su questo schema furono allestite le prime papamobili degli anni Ottanta e Novanta, una Mercedes-Benz 230 classe G targata SCV 7, con il fregio dorato sulla mascherina nera; e una Land Rover 110. Da notare che la Mercedes ha sempre fornito al Vaticano due papamobili identiche. A fine servizio, una resta nei Musei Vaticani, l’altra ritorna a Stoccarda. La coppia di 230 GE fu allestita dalla carrozzeria Introzzi di Lipomo. Una era ripristinata, l’altra nuova di zecca. La blindatura trasparente fu realizzata in policarbonato Lexgard da 33 mm. Le parti cieche invece erano in acciaio legato misto a kevlar a strati. Nel 2002 la Land Rover e la Classe G furono sostituite dal primo di una lunga serie di SUV, un Mercedes ML 430.

Le altre: dal camion alla Ferrari Mondial. Durante le visite pastorali lontano da Roma, Papa Wojtyla continuò a viaggiare e benedire dalle vetture più disparate, allestite nei Paesi ospitanti. A volte erano di una semplicità e simpatia disarmanti, come la Seat Panda scoperta per la visita in Spagna del 1982, oggi custodita nella Colleccion de Coches Historicos di Zona Franca a Barcellona. Altre più pragmatiche e arcigne, vedi la Range Rover blindata l’autocarro militare leyland 24-15 della visita nel Regno Unito. In Argentina, terra di rancheros, Wojtyla fu scarrozzato su un pick up Ford F-350 dotato della solita cabina trasparente. È ancora arruolato nell’autoparco del Vaticano un altro gigantesco pick up, il GMC Sierra allestito dalla Thibault Fire Engine Company nel 1984 e utilizzato per la visita in Canada. Al 20° Congresso eucaristico di Milano dell’83, Wojtyla si presentò – appropriatamente - su un’Alfa 6, mentre la Mercedes 500 SEL Guard del 1985 fu la prima berlina papale totalmente blindata. Nel 1997 arrivò un’altra ammiraglia Mercedes, la W140 S500 Landaulet: in entrambi i casi la zona posteriore della vettura era dotata di tetto apribile e sedile posteriore singolo. Papamobile rossa, ufficiosa e solo per un giorno fu la Ferrari Mondial 3.2 cabrio richiesta espressamente da Giovanni Paolo II nel 1988. La volle per incontrare Enzo Ferrari allo stabilimento di Maranello e per il saluto ai fedeli sul circuito di Fiorano, al volante Piero Ferrari. Per l’Anno Santo del 2000 fu approntata una speciale Lancia Giubileo in esemplare unico, anello mancante fra la concept Dialogos del ’97 e la Thesis 2001. Non si può dire che il Pontefice non avesse il senso per l’auto giusta nel momento giusto. A proposito di classiche, passeggiando nella Galleria delle Carrozze dei Musei Vaticani ci s’imbatte a sorpresa in una Renault 4 dell’84, donata a Papa Francesco dal veronese don Renzo Zocca. Una papamobile assolutamente fuori dall’ordinario, dato che ha comunque ottenuto l’ambita targa SCV 1. E che forse merita una storia a parte.

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