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03/04/2018 | di Redazione Ruoteclassiche
In vendita l’auto personale di Gilles Villeneuve
Nella sessione di vendite in programma nel Principato di Monaco in maggio sarà battuta anche una vettura destinata a scatenare le voglie di milioni di appassionati: la Ferrari 308 GTS del più amato dei piloti di F. 1.
03/04/2018 | di Redazione Ruoteclassiche

Nella sessione di vendite in programma nel Principato di Monaco in maggio sarà battuta anche una vettura destinata a scatenare le voglie di milioni di appassionati: la Ferrari 308 GTS del più amato dei piloti di F. 1.

Tra i colpi messi a segno dalla casa d’aste RM Sotheby’s per l’incanto di Montecarlo in calendario il prossimo 12 maggio se ne è aggiunto in queste ore uno davvero sensazionale per gli sportivi italiani e non: l’auto personale di Gilles Villeneuve. Si tratta della Ferrari 308 GTS del 1978 che lo sfortunato pilota ha guidato dal suo arrivo a Maranello fino alla sua scomparsa l’8 maggio del 1982.

Enzo Ferrari non gradiva che i suoi piloti utilizzassero vetture di altri marchi e “imponeva” loro di guidare solo delle “Rosse”, come a suo tempo aveva rivelato anche John Surtess, spinto a lasciare la sua amata BMW 507 (che andrà all’asta al Goodwood Festival of Speed, 12-15 luglio) a favore di una vettura di Maranello.

La Ferrari 308 GTS telaio n. 21371 fu immatricolata il 30 ottobre 1978 con la targa MO 439235 e affidata al giovane Gilles, ingaggiato dalla Scuderia Ferrari nel corso del 1977 per sostituire Niki Lauda nelle due ultime gare di quel Campionato di Formula 1. Il colore è di un raro Rosso Dino con poche modifiche tecniche per renderla più prestazionale.

Villeneuve la utilizzava per trasferirsi dalla sua abitazione di Montecarlo a Maranello, guidandola sempre in modo spericolato, sicuramente non rispettoso del Codice della Strada e dei limiti di velocità. Famoso è il record di due ore e 25 minuti impiegati per coprire il percorso Montecarlo-Maranello di 435 chilometri. Si tratta di una media di 180 km/h ottenuta su un percorso prevalentemente autostradale, comunque trafficato (non c'erano ancora gli Autovelox) e un tratto di strada normale percorsa da numerosi camion come quella dall’uscita del casello di Modena fino a Maranello.

Sembra però che non lo facesse per battere un record di velocità ma perché andava sempre di fretta. “Lo abbiamo chiamato con urgenza per la prova di una nuova monoposto di F. 1 e siamo rimasti tutti a bocca aperta quando dopo due ore e mezza ce lo siamo visti arrivare in sede con la sua 308” dissero all’epoca in Ferrari, in pratica confermando il record.

Un altro record di cui Villeneuve si faceva vanto con gli amici era quello ottenuto nel percorso tra il casello di Modena e il casello di Milano della A1 coperto in soli 45 minuti. Meno noto invece il “duello” ingaggiato da Villeneuve con la Polizia della Strada la volta che, sempre a bordo della sua Ferrari 308 GTS e in compagnia del compagno di squadra Didier Pironi, fece finta di non vedere la paletta della pattuglia della Stradale al casello di Melegnano della A1 che gli intimava di fermarsi. Villeneuve ingaggiò con loro una gara che terminò al casello di Modena dove lo stavano aspettando altri agenti con i mitra spianati. Lo salvarono dal carcere la sua fama, la sua simpatia e la passione per la Ferrari del comandante della pattuglia.

Dopo la scomparsa di Villeneuve nel Gran Premio del Belgio del 1982, la vettura fu trattenuta dalla Ferrari fino al 1984 e successivamente venduta a un appassionato di Modena. Questi la intestò successivamente a sua moglie Rosanna nel 1994 e nel 2010 fu venduta all’attuale proprietario. Da allora l'auto è stata trasferita in Danimarca e nel 2012 esposta in una mostra al Museo Ferrari di Maranello.

La vettura è sempre stata conservata come una reliquia e fino a oggi ha percorso solo 37.000 km. RM Sotheby’s la proporrà “senza prezzo di riserva” e teoricamente potrebbe essere acquistata anche a meno della quotazione attuale che, secondo il listino di Ruoteclassiche per un esemplare in ottime condizioni, si aggira intorno ai 60.000 euro. Sicuramente non sarà così.

Gilberto Milano

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