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31/10/2002 | di Redazione Ruoteclassiche
L’HA CURATA IL DOTTORE
Il medico condotto di un piccolo paese l’ha mantenuta in forma perfetta per quasi 30 anni, poi l’ha passata al nipote. Miracolo di una terapia fatta di passione, che ha consentito di conservare un modello raro, che oggi sarebbe difficile restaurare, perché è difficile trovare i ricambi. Alla fine degli anni Cinquanta, la Volkswagen aveva […]
31/10/2002 | di Redazione Ruoteclassiche

Il medico condotto di un piccolo paese l'ha mantenuta in forma perfetta per quasi 30 anni, poi l'ha passata al nipote. Miracolo di una terapia fatta di passione, che ha consentito di conservare un modello raro, che oggi sarebbe difficile restaurare, perché è difficile trovare i ricambi.

Alla fine degli anni Cinquanta, la Volkswagen aveva compreso la necessità di affiancare al "Maggiolino" una famiglia di automobili più grandi, potenti, confortevoli. Lo studio venne affidato alla carrozzeria Ghia di Torino, la realizzazione alla Wilhelm Karmann Coachwerks di Osnabruck.

La "Karmann Ghia 1500" venne presentata al Salone di Francoforte nel settembre 1961, la produzione ebbe inizio nel 1962 e terminò nel 1969. La "Tipo 34", meno nota della più aggraziata (e venduta) "Tipo 14", fu prodotta in 42.505 esemplari, ma non fu mai considerata un successo, a causa del prezzo elevato e della mancanza della spinta commerciale del mercato americano (non venne mai esportata negli Usa). Si stima che siano sopravvissute meno di duemila "Tipo 34", la maggior parte delle quali arrugginisce nei piazzali dei demolitori. Qualcuna viene restaurata, operazione questa resa assai complessa dalla mancanza delle parti di ricambio, altre sono raffazzonate con pezzi non originali.

Quelle come la protagonista del nostro servizio, acquistata per la rilevante somma di 1.893.780 lire dal medico di Brignano Frascata (Alessandria) nel 1963, si contano sulle dita di una mano: non è mai stata riverniciata e il motore è quello originale. Tutto ciò, nonostante il contachilometri abbia superato quota 145.000 e per vent'anni abbia svolto il ruolo di prima macchina.

L'eccezionale forma fisica di questo esemplare è dovuta alle cure del medico e a quelle di suo nipote, Antonino Magnano, divenuto proprietario nel 1991. Da allora la vettura è stata mantenuta in perfetta efficienza ed è uscita raramente dal garage.

Alla guida, l'emozione è legata all'autenticità storica della macchina, più che al valore di mercato (13.000 euro) o alle sue effettive qualità, che sono le stesse del "Maggiolino": elasticità del boxer quattro cilindri raffreddato ad aria, propensione del motore a sopportare regimi di rotazione molto bassi e a riprendere lentamente ma senza esitazioni e freni poco potenti (i dischi arriveranno solo nel 1966).

Motore 4 cilindri contrapposti - Cilindrata 1493 cm³ - Alesaggio 83 mm - Corsa 69 mm - Potenza 45 CV a 3800 giri/min - Rapporto di compressione 7,8:1 - Un carburatore orizzontale Solex 32 PHN.
Trasmissione Motore e trazione posteriore - Cambio a quattro marce sincronizzate - Pneumatici 6.00x15.
Corpo vettura Coupé 2+2 - telaio a piattaforma - Sospensione anteriore a ruote indipendenti, barre di torsione trasversali, ammortizzatori idraulici - Sospensione posteriore a bracci logitudinali oscillanti, barre di torsione trasversali, ammortizzatori idraulici - Freni a tamburo con servofreno.
Dimensioni e peso Passo 2400 mm - Lunghezza 4280 mm - Larghezza 1620 mm - Peso 900 kg.
Prestazioni Velocità circa 132 km/h.

TAGS Volkswagen
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