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22/01/2016 | di Redazione Ruoteclassiche
Addio a Roberto Gaburri, gentiluomo della Mille Miglia
È morto il 21 gennaio a Brescia, stroncato da una grave malattia, Roberto Gaburri, presidente dell'AC Brescia e del Club Mille Miglia: aveva 74 anni ed era uno straordinario appassionato di motori, legatissimo alla Freccia Rossa. Il ricordo di chi lo conosceva bene...
22/01/2016 | di Redazione Ruoteclassiche

Tutti coloro che hanno frequentato la Mille Miglia degli ultimi venticinque anni hanno prima o poi incontrato quell'uomo calvo e minuto dai tratti gentili, per anni al volante di una vettura d'epoca e poi, dal 2012, sul palco di Viale Venezia a Brescia a salutare con la bandiera in mano la partenza e l'arrivo dei concorrenti. Si chiamava Roberto Gaburri e opponeva all'apparenza esterna di un fisico da fantino una grandezza interiore provocata da un dono speciale: quello di ispirare fiducia e simpatia.

Nel mondo così conflittuale del terzo millennio, Roberto rappresentava un'autentica eccezione per la sua capacità di andare d’accordo con tutti. Litigare con lui era davvero difficile, grazie al suo modo di fare autenticamente bonario e a un self-control invidiabile. Il suo modo di fare cortese risultava apprezzato e credibile perché era facile intuire quanto fosse veritiero, essendo alimentato da autentiche doti di signorilità e pacatezza, senza essere disgiunto da forza di carattere.

Dopo la sua scomparsa, avvenuta il 21 gennaio, i social network e le email del Club Mille Miglia e della Scuderia Brescia corse sono stati sommersi da messaggi di cordoglio, tutti con un comun denominatore, il ricordo di colui che viene sempre definito con una di queste due parole: signore e gentiluomo.

Gaburri aveva 74 anni, portati assai bene; originario di Pozzolengo, nell'entroterra a sud del Lago di Garda, era diventato valtrumplino d'adozione, avendo aperto la sua agenzia di assicurazioni a Gardone Valtrompia, dove risiedeva da decenni. La sua passione per le vetture d'epoca risale alla fine degli anni Ottanta, quando cominciò a partecipare alle gare con la sua Abarth 750 Zagato azzurra. Nel 1993, fu tra gli appassionati che ridiedero vita alla Scuderia Brescia Corse, inoperosa dal 1976. Da allora, Roberto fu sempre consigliere e tesoriere della celebre scuderia bresciana, cariche che ricopriva ancora oggi.

Nel corso degli anni - con vetture di grande blasone come Abarth, Ermini 1100 Sport e O.M. 665 - ha preso parte a centinaia di gare di regolarità in Italia ed Europa. La sua passione più grande è sempre stata la Mille Miglia: nelle oltre venti edizioni a cui ha partecipato, gli è mancata solo la vittoria, sfiorata nel 1994 quando chiuse al secondo posto. Nel 2012, è stato tra i fondatori e il primo Presidente di 1000 Miglia Srl, società voluta dall’Automobile Club di Brescia per organizzare la corsa della Freccia Rossa. In seguito, Roberto Gaburri fu nominato Presidente pure di AC Brescia, divenendo Presidente Onorario del Club Mille Miglia, del quale già era consigliere.

Pur orgoglioso di essere a capo della corsa più bella del mondo, Gaburri si dichiarò sempre rammaricato del fatto che la sua carica gli imponesse di non partecipare alla gara, lasciando in garage la OM 665 Superba che aveva acquistato perché costruita a Brescia e prima vettura vincere la Mille Miglia, nel 1927.
La sua carica umana, congiuntamente a disponibilità e competenza, l'ha reso negli ultimi anni un'icona della Mille Miglia, conosciuto e apprezzato in molte parti del nostro pianeta.

In sua memoria, 1000 Miglia Srl istituirà uno speciale premio che, dalla prossima edizione, accompagnerà le future Mille Miglia. La malattia che l'ha stroncato è stata inesorabile quanto rapida: nel novembre dello scorso anno, apparentemente in ottima forma, aveva partecipato a un raduno del Club Mille Miglia, guidando la sua Porsche 356 cabrio fino a Trieste. A dicembre, aveva fatto le sue ultime apparizioni pubbliche, alle cene di fine anno della Scuderia Brescia Corse e del Club Mille Miglia.

Alla moglie Luigia e alle tre figlie, Elisabetta, Maria e Benedetta, vanno le condoglianze di Ruoteclassiche e di tutti gli appassionati che lo hanno conosciuto.

Paolo Mazzetti

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