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Dal Mauto al Motor Show, 5 anteguerra da corsa a Bologna

Per il secondo anno di fila il Museo Nazionale dell’Automobile di Torino fa tappa al Motor Show di Bologna, dove espone cinque vetture storiche da competizione. Dal 2 al 10 dicembre il pubblico della kermesse bolognese avrà dunque l’opportunità di ammirare questo insolito quintetto anteguerra, fiore all’occhiello della collezione permanente del museo.

Macchine da corsa che non si vedono certo tutti i giorni quelle che il Mauto di Torino metterà in mostra alla quarantunesima edizione del Motor Show, in programma dal 2 al 10 dicembre presso il polo fieristico di Bologna Fiere. Cinque rarissime vetture degli anni 20 e 30, testimoni d’eccezione dell’alba ruggente del motorsport internazionale.

Ecco le vetture presenti in fiera:

Temperino mod. 8/10 HP (Italia, 1920)

La Temperino fu fondata a Torino nel 1919 ed era specializzata nella produzione di piccole automobili a due posti. Il primo modello costruito dalla fabbrica piemontese fu proprio la 8/10 HP: grazie alle sue doti di maneggevolezza e di praticità, questa vetturetta riscosse un buon successo di vendite sia in Italia che all’estero. La versione sportiva, che il pubblico potrà ammirare a Bologna, conobbe diverse affermazioni in gara, tra cui la Sassi-Superga nel 1919 e il giro del Sestrière nel 1920.

Monaco-Trossi competizione (Italia, 1935)

Automobile da corsa rivoluzionaria, fu realizzata dal tecnico Augusto Monaco e dal collaudatore Carlo Felice Trossi. La sua principale caratteristica è il motore anteriore due tempi a 16 cilindri disposti a doppia stella, raffreddato ad aria (proprio come sugli aerei). Aveva – fatto curioso (almeno per l’epoca) – la trazione trazione sulle ruote anteriori: si evitava, così, l’installazione di un lungo albero di trasmissione.

Itala 11 (Italia, 1925)

Vetturetta da competizione progettata dall’ingegner Giulio Cesare Cappa, fu presentata dall’Itala di Torino nel 1925. È una delle primissime monoposto costruite e vanta caratteristiche tecniche d’avanguardia, come il motore 12 cilindri a V sovralimentato da un compressore volumetrico Roots, la trazione anteriore, le sospensioni a quattro ruote indipendenti e il telaio in legno rinforzato.

Monaco-Nardi Chichibio (Italia, 1932)

Dotata di trazione anteriore, motore trasversale a 2 cilindri a V con raffreddamento ad aria e sospensioni a balestra. Grazie a un telaio molto semplificato e alla carrozzeria in alluminio ha un peso a vuoto di soli 300 kg. La vettura, battezzata “Chichibio” in onore del cane di Augusto Monaco (costruttore dell’auto), partecipò a diverse gare in salita e, sul chilometro lanciato a Monza, fece registrare la velocità massima di 180 km/h.

OM 469 N (1922)

È la versione sportiva della vettura costruita nel 1922 dalle Officine Meccaniche di Brescia ed è rimasta in produzione fino al 1934. Vinse nella categoria 1500 la Coppa delle Alpi e, poi, sui circuiti del Garda e del Mugello nella stagione sportiva 1922. La sigla “469” identifica, nell’ordine, il numero dei cilindri del motore (4) e la misura dell’alesaggio dei cilindri in millimetri (69).

 

 

 

 

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