Motore F.I.R.E. addio, arriva una nuova generazione ibrida - Ruoteclassiche
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11/05/2020 | di Marco Di Pietro
Motore F.I.R.E. addio, arriva una nuova generazione ibrida
Termina la produzione dello storico motore "F.I.R.E.", dopo 35 anni di onorata carriera lascia il posto a una nuova famiglia di propulsori ibridi.
11/05/2020 | di Marco Di Pietro

Lo stabilimento FCA di Termoli, ultimo baluardo del motore FIRE che per 35 anni ha equipaggiato decine di modelli per oltre 23 milioni di esemplari prodotti, ha interrotto la sua produzione il 7 maggio. Per dare spazio ai nuovi FireFly ibridi.

Correva l’anno 1985: l’Autobianchi porta al debutto la sua nuova e originale citycar chic, la Y10. Sotto al cofano, il motore che deve rappresentare il grosso della produzione è un inedito. Si chiama F.I.R.E., acronimo di Fully Integrated Robotized Engine. Di fatto prenderà il posto del 903 cm3 nato con la 127, ma derivato dal motore della 850, a sua volta originato dalla 600. La cilindrata di questo 4 cilindri è 999 cm3, la potenza è di 45 CV. Nel 1986 va a equipaggiare anche la Fiat Uno 45 e decolla definitivamente come uno dei migliori (e longevi) motori di piccola cilindrata della storia.

Pertini e Agnelli. Nel marzo del 1985, per l’inaugurazione della terza ala dello stabilimento Fiat di Termoli, in Molise, dove sarebbe stato prodotto il FIRE, si scomodano persino il Presidente della Repubblica Sandro Pertini e l’Avvocato Gianni Agnelli. Lo stabilimento sito in località Rivolta del Re è operativo fin dal 1972, ma con il debutto del nuovo motore fa un deciso passo avanti nella gerarchia degli stabilimenti più moderni d’Europa.

Cilindrate da 0,7 a 1,2 litri. Da allora ne ha fatta di strada il primo FIRE, 4 cilindri ad albero a camme in testa, 8 valvole, ancora non catalizzato e alimentato a carburatore. Già nel 1986 scende al suo minimo storico di cilindrata per la Panda 750 (769 cm3), poi passa all’iniezione elettronica single point nel 1987, viene adattato all’utilizzo di benzina senza piombo e infine è equipaggiato di catalizzatore. Pochi anni dopo inizia a essere assemblato anche in Sudamerica, passa all’iniezione multipoint, e poi è rivisto anche per l’alimentazione ad alcol. Nel frattempo in Europa il FIRE passa pure a 1108 cm3 con la Tipo (1988). Dal 1993 cresce anche a 1200 (esattamente 1242 cm3), sempre nella versione a 8 valvole. Le 16 valvole arriveranno nel 2001. Tutti i modelli di gamma bassa e media del Gruppo Fiat utilizzano il FIRE, dalla Cinquecento/Seicento in su.

Dall’Euro 1 all’Euro 6. Il 1200 è la versione più longeva, che attraversa tutta l’evoluzione delle normative antinquinamento dall’Euro 1 all’Euro 6. Equipaggia, nelle versioni a 8 o a 16 valvole, tutte le generazioni della Lancia Y e poi Ypsilon, le Punto, le Grande Punto, le Punto Evo, le Palio (e tutte le derivate sudamericane Siena, Strada, Albea), le Panda (di tutte e tre le generazioni), le Bravo/Brava, le Stilo, le Idea. Senza dimenticare la 500 del 2007, naturalmente (e pure la Ford Ka, costruita in Polonia sulle stesse linee di montaggio della 500). La produzione è estesa anche all’India (per la Punto locale e per le Tata).

Il Milletré e il Multiair 1.4. In Brasile il FIRE cresce fino a sfiorare i 1300, per meglio adattarsi all’uso dell’alimentazione Flex (con etanolo). Lo stesso motore, ma solo a benzina, va a equipaggiare alcuni modelli costruiti in Cina e pure in Sudafrica in un’effimera partnership con Nissan. Ma il vero capolavoro di derivazione FIRE è il 1.4 Multiair, aspirato o sovralimentato, che presenta un inedito sistema di controllo e gestione dell’apertura delle valvole. In questa nuova, ennesima, vita, il FIRE sale sui marchi più prestigiosi: Alfa Romeo (Mito e Giulietta), Lancia (Delta terza generazione), Abarth (Punto Evo, 500 e 124) e infine anche sulle Jeep (Renegade e Compass). Sulle Fiat è adottato dalla Punto Evo, dalla Bravo, dalla 124 Spider e dalla 500X. Dagli iniziali, modesti ma efficientissimi 45 CV della Y10 è arrivato fino a 170 CV su Alfa Romeo e Abarth. L’ultimo esemplare uscito dalla catena di montaggio di Termoli porta il numero di serie 23.233.856.

L’eredità FIRE nel nome. Il suo discendente si chiama FireFly, sempre prodotto a Termoli: in versione 3 cilindri turbo si chiama T3 e in quella a 4 cilindri T4 (sempre sovralimentato, stesse misure di alesaggio e corsa del T3) già equipaggia molti modelli della gamma FCA. Quest’anno il debutto in versione mild-hybrid aspirata su Panda, 500 e Lancia Ypsilon. I FireFly sono prodotti anche in Polonia, Sudamerica, Cina e Stati Uniti. A breve anche i FireFly T4 saranno ibridizzati, in una raffinata versione plug-in. Il milletré svilupperà 240 CV.

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