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20/12/2019 | di Andrea Zaliani
Volkswagen Polo, utilitaria di successo
A metà anni Settanta il celebre Maggiolino non è più la “regina” delle catene di produzione del marchio. In compenso un nuovo modello è pronto a intraprendere una carriera che il tempo sancirà come longeva e di successo, la Polo.
20/12/2019 | di Andrea Zaliani

A metà anni Settanta il celebre Maggiolino non è più la “regina” delle catene di produzione del marchio. In compenso un nuovo modello è pronto a intraprendere una carriera che il tempo sancirà come longeva e di successo, la Polo.

Il cammino di rinnovamento, dopo il Maggiolino, è stato lungo. Nel 1972 il primo energico colpo di timone, con la presentazione dell’Audi 80. Nel giro di soli due anni, poi, si susseguiranno una serie di novità: le Passat, Scirocco Golf, Audi 50 e, infine, la Polo. Quest’ultima, pertanto, non rappresenta una vettura profondamente rivoluzionaria, bensì incarna il completamento di un’evoluzione tecnica iniziata con l’Audi 80. Alla Polo spetta l’arduo compito di replicare il grande successo che ebbe il Maggiolino.

Look gradevole. All’esterno, sostanzialmente, non ci sono grosse differenze tra la già citata Audi 50 e la Polo. Si tratta quindi di una tra le auto più moderne presenti sul mercato all’epoca, che tiene conto di tutte le recenti esperienze compiute nel settore. Tra le sue caratteristiche principali l’ampiezza delle superfici vetrate, i cristalli laterali curvi e il passo, rilevante rispetto alla lunghezza complessiva. Particolarmente riuscita la coda, nella quale si combinano in maniera ottimale la praticità e l’elasticità, tenendo conto dell’ampio portellone.

Abitacolo razionale. Omologata per cinque persone, la Polo può in realtà disporre di quattro posti comodi, perché tre persone sul divano posteriore stanno un po' strette. La plancia ha sviluppo orizzontale ed è caratterizzata da un cruscotto portastrumenti e da un rivestimento centrale in finto legno. Razionale la disposizione dei comandi accessori. Nella strumentazione della Polo troviamo il minimo indispensabile. Sul cruscotto, davanti al pilota, due strumenti circolari: uno con tachimetro e contachilometri solo complessivo, l’altro comprendente sette spie di segnalazione. Manca la spia della riserva, così come il manometro dell’olio e il contachilometri parziale. Il grado di finitura è di buon livello e riconferma nelle parti fondamentali l’accuratezza e la bontà della produzione Volkswagen. La dotazione di serie, nel complesso, risulta buona.

La tecnica. Lo schema generale della Polo è identico a quello della Audi 50: si tratta quindi di una trazione anteriore con motore trasversale e ponte posteriore a bracci accoppiati. C’è però qualche differenza dalla Audi 50 ed è soprattutto nel motore: invece del 1100 cc è stato adottato un 895 cc, in grado di raggiungere i 40 cv din. La distribuzione è come nelle Volkswagen più recenti, cioè con albero a camme in testa comandato da cinghia dentata e valvole allineate con bilanceri. Il cambio ha la quarta surmoltiplicata come nella Audi 50, il rapporto al ponte, però, è più corto. Nelle sospensioni nessuna variazione: davanti ci sono le McPherson, composte da un braccio trasversale e da una barra antirollio che lavora anche come braccio obliquo. Posteriormente il più recente dei ponti della Casa: si tratta in pratica di due bracci longitudinali oscillanti collegati tra loro da una barra trasversale. Le sospensioni sono completate da lunghi gruppi elastici comprendenti ammortizzatori telescopici e molle elicoidali.

La prova di Quattroruote. La prova effettuata dalla “nostra” rivista evidenzia un motore con molte qualità, pur senza una potenza eccezionale. Si tratta di un propulsore brillante, elastico e poco rumoroso. Lo sterzo è adeguato alle necessità e alle caratteristiche della vettura: è molto leggero in tutte le condizioni e sufficientemente preciso. Il cambio, invece, vanta un’ottima sincronizzazione ma una manovrabilità non particolarmente entusiasmante.

La quotazione attuale. Indipendentemente dalla versione scelta, la valutazione odierna per una Polo prima serie (1975-1981) ha un range di prezzi compreso tra un minimo di 800 euro e un massimo di 2300 euro, per un modello in condizioni perfette.

Diteci la vostra. A questo punto la parola passa a voi, perché siamo curiosi di conoscere la vostra opinione in merito a questa vettura. L’avete mai guidata o posseduta? Fatecelo sapere nei commenti qui sotto. Inoltre, se avete una storia interessante sul suo conto, potete scriverci una mail all’indirizzo di posta redazione@ruoteclassiche.it.

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