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11/08/2015 | di Redazione Ruoteclassiche
Opportunità: in pensione con la classica
Secondo molti rivenditori inglesi, la domanda di auto storiche è diventata ancora più frizzante da quando i neo pensionati locali possono usufruire di alcuni benefici fiscali. Una riforma da imitare? Lo scorso 7 maggio in Inghilterra si sono tenute le elezioni che hanno visto David Cameron trionfare conquistando la maggioranza assoluta in parlamento. Con la […]
11/08/2015 | di Redazione Ruoteclassiche

Secondo molti rivenditori inglesi, la domanda di auto storiche è diventata ancora più frizzante da quando i neo pensionati locali possono usufruire di alcuni benefici fiscali. Una riforma da imitare?

Lo scorso 7 maggio in Inghilterra si sono tenute le elezioni che hanno visto David Cameron trionfare conquistando la maggioranza assoluta in parlamento. Con la conseguenza che una delle riforme promesse in campagna elettorale sta iniziando a manifestare i suoi effetti, anche sul mercato delle auto storiche. Quale? La riforma del sistema pensionistico privato.

Una riforma che consente a chi vive e lavora Oltremanica di ritirare quanto accantonato dopo i 55 anni con alcuni benefici fiscali. In sintesi la riforma prevede che compiuto il 55esimo anno di età il cittadino possa scegliere se lasciare i propri accantonamenti nel fondo pensione privato o ritirarli poi con una no tax area fino a 50.000 sterline, pagando il 40% sulle somme eccedenti tale limite. Il risultato è che sono stati in molti ad aderire a questa opzione. E, contemporaneamente, è aumentato l’interesse per le classiche alla portata di tasche normali. Che ci sia una relazione tra i due fatti? Sembrerebbe proprio di sì.

Secondo alcuni siti e rivenditori inglesi specializzati nella vendita di auto storiche, l'interesse dei pensionati verso le classic car sarebbe dimostrato dalla concentrazione della domanda proprio su quelle classiche di valore intermedio, con bassi costi di gestione e utilizzabili tutti i giorni, o comunque regolarmente. Un interesse notato anche dal Financial Time che, dopo le elezioni, il 19 maggio 2015, ha pensato bene di organizzare un seminario su "How to invest in classic cars".

Insomma, indipendentemente da come la si possa pensare a livello politico, rimane il fatto che le auto classiche sono sempre più oggetto del desiderio e sempre più un in vestimento finanziario non necessariamente limitato a paperoni col deposito pieno di dobloni o superesperti di auto.

Sarebbe anche interessante capire se sia meglio, per il sistema Paese, incentivare un mercato delle classiche come sta avvenendo in Inghilterra, piuttosto che scoraggiare l'appassionato con bolli e tassazioni elevate, agevolando la "fuga delle classiche" all'estero, come succede da noi. Chissà che qualche politico non ci rifletta sotto l'ombrellone.

Luca Pezzoni

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