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22/12/2020 | di Paolo Sormani
All’inseguimento della Isdera perduta
Sotheby’s annuncia la messa incanto della Isdera 112i “Commendatore”, esemplare unico dalla storia affascinante.
22/12/2020 | di Paolo Sormani

L’avevano chiamata “Commendatore” come Enzo Ferrari, la Isdera. Una supercar tedesca in esemplare unico apparsa come un unicorno nei primi 90. Sarà messa all’asta da Sotheby’s in febbraio a Parigi, con il contorno di un bouquet straordinario di Lamborghini.

Le aste hanno il potere di restituire fuggevolmente alla pubblica passione ciò che il tempo e i caveau delle collezioni private hanno sepolto per anni. Anche solo per un lampo: non c’è potere di acquisto paragonabile a quello della curiosità. Quanti si ricordano della Commendatore 112i, per esempio? Anche se il nome è un omaggio a Enzo Ferrari, è tedesca: fu costruita in esemplare unico nel 1993 intorno al V12 centrale posteriore Mercedes-Benz M120 con il marchio Isdera, emanazione dell’ingegnere tedesco Eberhard Schulz. Una supercar-unicorno suggestiva, scomparsa rapidamente com’era stata avvistata. RM Sotheby’s la metterà all’asta il 13 febbraio prossimo a Parigi, nella formula mista streaming e vendita online temporizzata. A corollario della Commendatore, sul red carpet parigino sfilerà un variopinto bouquet di Lamborghini provenienti da un’unica collezione. Di quelle che “pesano”: 400 GT 2+2, Miura P400 SV, Espada prima serie, Islero GTS e una coppia di Countach LP400 e LP500 S. Fra i 21 lotti selezionati, anche un terzetto di Porsche 911, le Ferrari 612 Scaglietti, 308 GTS e 365 GT4 BB; le britanniche Aston Martin DB6 Volante, Vantage Le Mans V600 e Jensen Interceptor; una Lancia Hyena Zagato. La casa d’aste si augura che rivedremo i fuochi artificiali dello scorso febbraio quando una Porsche 904 GTS del 1964 matching numbers, con motore tipo 906 Carrera 6, fu aggiudicata a 1.917.500 euro.

Una tedesca all’italiana. La Commendatore 112i è unica nel suo genere. Ne fu costruita solo una dalla Isdera, una boutique di supercar tedesca creata da Eberhard Schulz, ingegnere e innovatore. Schulz aveva creato la sua prima fuoriserie, la Erator GTE, nel lontano 1971; quindi passò a lavorare per la Porsche e la B&B & Co Auto KG, a Francoforte. Alla B&B curò lo sviluppo e la realizzazione della CW311, un primo prototipo con meccanica Mercedes-Benz, svelato al Salone di Francoforte del 1978. Nell’82 Schulz scelse di mettersi in proprio aprendo a Leonberg un’officina artigianale, dedicata alla produzione in piccola serie e alla consulenza di design e engineering. La prima creatura della Isdera fu la Spyder, ma a Schulz era rimasta in testa l’idea fissa di sviluppare la CW311. Nel 1983 arrivò così la Imperator 108i, meno di venti esemplari realizzati fino al 1991.

Un cuore Mercedes V12. Il salto di qualità, la sua vettura più ambiziosa fu appunto la Commendatore, una tutto-dietro realizzata intorno al V12 6 litri Mercedes-Benz M120. Roba da quattrocento cavalli e spiccioli, trasmessi al retrotreno per concessione del cambio Porsche Porsche RUF a 6 marce adattato. La linea della carrozzeria battuta dalla GPR in alluminio permise alla Commendatore di fare bella figura nella galleria del vento della Mercedes-Benz. Un CX di appena 0.306 consentiva di varcare la soglia delle duecento miglia orarie, cioè 370 kmh. Purtroppo l’operazione entrò in sonno, causa dissesto finanziario della Isdera. Finché sei anni dopo, grazie all’iniezione finanziaria di un consorzio di imprenditori svizzeri, la Commendatore riapparve al Salone di Francoforte nel 1999 con alcune modifiche e un nuovo nome, Silver Arrow, a rievocare i fasti delle auto sportive tedesche degli anni Trenta. La partecipazione al videogame “Need for Speed 2” per Playstation e PC ne aumentò il culto fra gli appassionati più giovani. Ma niente costruzione in serie, neppure limitata. Nel 2005, lo svizzero Albert Klöti finì per mettere all’asta la Silver Arrow su eBay: prezzo di riserva tre milioni di dollari, offerte zero. Nel 2016, la Isdera riuscì a riacquistare l’esemplare unico per restituirlo alle specifiche originarie del ’93. È in questo allestimento period perfect che viene posta all’incanto da RM Sotheby’s. Quindi con le ruote BBS, la carrozzeria in argento Arctic Porsche, gli interni Recaro in blu elettrico e nero, con il caratteristico retrovisore a periscopio. Sul contachilometri segna appena 10.500 e da svizzera, la targa è tornata tedesca. Dettaglio di non poco conto, visto che non si tratta di una supercar da museo. La Commendatore è accompagnata dal carteggio che ne ricostruisce la storia e il restauro. Il certificato di autenticità rilasciato dal Costruttore artigianale tedesco conferma che si tratta dell’unico esemplare costruito di una supercar più interessanti degli anni Novanta.

Le Lamborghini che hanno fatto epoca. Dal Commendatore a Sant’Agata Bolognese, è un attimo. Ad aumentare l’interesse sull’asta parigina di febbraio sarà un ricco bouquet di Lamborghini provenienti da una collezione privata. Sono tutte accuratamente restaurate e certificate dal Polo Storico. Soprattutto, sono tutti modelli che appartengono alla storia del marchio dagli anni Sessanta agli Ottanta. La più attesa, anzi attesissima è la Miura P400 SV del 1971, in rosso Corsa su grigio metallizzato, per la quale ci si attende una quotazione sibaritica, oscillante fra i due e i due milioni e mezzo di euro. La seguono, in rigoroso ordine cronologico, la 400 GT 2+2 del 1967 carrozzata Touring (fra i 450.000 e i 550.000 euro); la sempre più quotata Espada prima serie del 1968 (180.000-220.000 euro), poi una Islero GTS del 1969 (400.000-450.000 euro). Ci sarà battaglia di rilanci anche per la Countach LP400 Periscopio del 1977 (il martelletto dovrebbe battere fra i 750.000 e i 900.000 euro), per finire con la Countach LP500 S del 1984 firmata Bertone (300.000-350.000). Peccato disperderle: messe l’una accanto all’altra, sono uno spettacolo straordinario.

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