Con la sigla “A 124” Mercedes-Benz introdusse la variante a cielo aperto della W 124, la fortunatissima berlina di classe medio-alta presentata nel 1984. Dopo vent’anni di assenza, nel 1991 la Casa di Stoccarda tornava in grande stile nel segmento delle convertibili di lusso.
Al Salone di Francoforte del 1991, Mercedes-Benz svelava la variante Cabriolet della bestseller W124. Con questa nuova cabriolet a quattro posti, Mercedes-Benz riprendeva una lunga tradizione, interrottasi con l’uscita di scena della lussuosa W111 nel 1971. A partire dal 1993, tutti i modelli della serie W 124 vennero inquadrati nella nuova nomenclatura e la A 124 prese il nome di “Classe E Cabriolet”.
La dinastia delle eleganti vetture a cielo aperto è proseguita fino ai giorni nostri, con le CLK Cabriolet delle serie A 208 (dal 1998 al 2003) e A 209 (dal 2003 al 2010) mentre, a partire dal 2010, è stata ripresa la denominazione “Classe E Cabriolet” con le Av207 (dal 2010 al 2017) e Av238 (dal 2017). Dal 2015, altre due cabriolet a quattro posti hanno completato il portfolio Mercedes-Benz: la Classe C Cabriolet (A 205) e la Classe S Cabriolet (A 217), l’ultima erede spirituale della 280 SE 3.5 di fine anni 60.
La genesi del progetto. L’inedita Cabriolet era basata sul pianale accorciato della coupé “CE”, a listino dal 1987. Nel 1988 il progetto, nelle sue fasi iniziali, vide la collaborazione della storica carrozzeria Karmann di Osnabrück ma venne ultimato in partnership con la vicina Porsche.
Dopo l’introduzione della berlina ad alte prestazioni W 124 500 E, nell’autunno 1990, la cabriolet a quattro posti completava l’ampio ventaglio di versioni derivate dalla serie 124.
Nonostante fosse 85 millimetri più corta, la Cabriolet si elevava ad un segmento superiore rispetto alla berlina. Habitué degli indirizzi più esclusivi, la A 124 si rivolgeva agli amanti del bel vivere che prediligevano la guida in souplesse: la Mercedes-Benz A 124 era l’auto ideale per lo struscio e il piccolo trotto tra le località più amene ed eleganti. Non è un caso che il marketing l’abbia volutamente immortalata in contesti di questo tipo per le immagini di presentazione.
Spalle solide. Nel gennaio 1989, il Centro Ricerche Porsche di Weissach dette il via allo sviluppo della A 124, che richiese la riprogettazione, da zero, di circa 1.000 componenti. In questo modo la Cabriolet poté sopperire all’omissione del padiglione in metallo e soddisfare i severi requisiti in termini di sicurezza passiva e comfort di guida. A metà anni 80, Mercedes-Benz, stava già meditando circa il ritorno nel segmento “godereccio” delle cabriolet e infatti affidò un’altra commessa alla Porsche per sviluppare un modello a cielo aperto della compatta W 201. L’idea, tuttavia, rimase tale e il modello non andò oltre la fase prototipale. La Cabriolet definitiva venne realizzata a partire dalla berlina W 124, più robusta e di classe superiore. Prima della commercializzazione, la A 124 venne sottoposta a tutti i test più severi per vagliarne l’affidabilità e la resistenza. La vettura doveva superare sia gli standard Mercedes-Benz che quelli Porsche.
Linea dedicata. Rispetto alle Coupé, si rese necessaria l’installazione di parti portanti realizzate con lamiere più spesse e leghe più resistenti. In seguito a complessi calcoli di simulazione al computer, le aree soggette a forti sollecitazioni vennero irrobustite raddoppiando le lamiere o installando nuove traverse sui montanti A e B, sui longheroni laterali del telaio e il vano della capote, che è stato installato come rinforzo trasversale. Così come un altro pannello pressofuso è stato avvitato tra il tunnel e la traversa della plancia. Altri interventi riguardarono i sostegni diagonali tra la staffa dell’asse anteriore e i due longheroni esterni del telaio, che replicati sull’asse posteriore (tra il vano della ruota di scorta e i suddetti longheroni) garantivano un’elevata rigidità torsionale. In queste aree gli ingegneri hanno applicato il know-how profuso con l’avanzatissima Mercedes-Benz SL R 129, disponibile dal 1989.
Senza eguali. Per ottimizzare il comfort di guida vennero impiegati anche degli smorzatori di vibrazioni derivati dalla prestigiosa Mercedes-Benz 600 Landaulet della serie W 100 del 1965. In totale quattro di questi sistemi molla-massa, dal peso complessivo di 26 chilogrammi, sono stati installati in alcune aree critiche della Cabriolet: all’altezza del duomo della sospensione anteriore sinistra, nel telaio del tetto e nei pozzetti del bagagliaio. A capote abbassata, la Mercedes-Benz A124 risultava decisamente più silenziosa delle rivali. A stupire, tuttavia, era la capacità delle sospensioni di assorbire le irregolarità del manto stradale, digerite con la massima compostezza per non turbare l’aplomb del suo incedere. In autostrada, l’eccellente esecuzione della capote in tela garantiva un isolamento acustico paragonabile a quello delle sorelle coupé e berlina.
Sicurezza al top. Anche i livelli di sicurezza passiva della A 124 erano esemplari: in caso di impatto frontale, laterale, o posteriore, le Cabriolet replicavano lo standard dei modelli con tetto rigido. I montanti A erano stati saldati a lamiere profilate per formare una struttura molto robusta, capace di garantire la miglior protezione anche in caso di ribaltamento del veicolo. Inoltre, due rollbar di nuova concezione vennero installati dietro i sedili posteriori sotto le sembianze di due poggiatesta individuali. Quando i sensori del veicolo rilevavano un imminente ribaltamento, le barre ad estrazione lineare si estendevano verso l’alto in appena 0,3 secondi. I rollbar potevano essere estesi anche tramite un pulsante e fungere da poggiatesta per gli occupanti della zona posteriore.
Curata nei minimi dettagli. La struttura della capote aveva un peso di 43 chilogrammi e consisteva di 27 parti di collegamento e 34 giunti. Ripiegata nel suo vano occupava un volume di soli 80 litri. La capote vera e propria della Cabriolet si componeva di una fodera esterna con uno strato di 20 millimetri di feltro isolante che la separava dal rivestimento interno della capote. Inoltre, la fodera era collegata alle sezioni anteriore e centrale della struttura, una soluzione adottata per evitare che la capote si gonfiasse durante la marcia: una problematica comune nelle vetture col tetto in tela. Il grande lunotto posteriore era in vetro temperato e dotato di sbrinamento, pensato per offrire una maggior resistenza ed una visuale senza distorsioni. Infine, l’apertura e la chiusura del mantice era garantita da un meccanismo elettroidraulico.
L’evoluzione. Il debutto della gamma 124 Cabriolet avvenne con la 300 CE-24 Cabriolet equipaggiata con il potente sei cilindri in linea tre litri 24 valvole da 220 CV (M 104). Dopo la presentazione, nell’autunno del 1991, la produzione venne avviata nel marzo 1992. La A124 è stata tra le ultime cabriolet della Stella assemblate nello stabilimento Mercedes-Benz di Sindelfingen: attualmente lo stabilimento preposto alla loro produzione è quello di Brema.
Inizialmente la 300CE-24 venne proposta come unico modello della gamma A 124. La scelta del vivace sei cilindri ne sottolineava la vocazione da granturismo e l’esclusività: con un prezzo di quasi 120.000.000 di Lire, costava il 30% in più dell’analoga berlina. Il restyling del model year 1993 coincise con la nuova denominazione “Classe E Cabriolet”. Esternamente era riconoscibile per il “radiatore integrato” che riprendeva il family feeling introdotto con la Classe S della serie W 140, le luci di segnalazione anteriori con lenti trasparenti e i paraurti in tinta con la carrozzeria. Intanto, l’airbag lato guida e gli specchietti esterni regolabili elettricamente vennero inseriti nell’equipaggiamento di serie.
La gamma. Con la nuova nomenclatura, la gamma Classe E Cabriolet si componeva di quattro varianti, disponibili con motori a quattro e sei cilindri. Il modello d’accesso era la E 200 Cabriolet da 136 CV prodotta inizialmente per i soli mercati europei con tassazione pesante sulle cilindrate oltre i due litri (Grecia, Italia e Portogallo). Per gli altri mercati del Vecchio Continente, il modello di base era la E 220 Cabriolet da 150 CV. Al vertice, la 300 CE-24 Cabriolet venne sostituita la E 320 Cabriolet, sempre con potenza di 220 CV. A richiesta, per la clientela più esigente era disponibile la E 36 AMG Cabriolet. Quest’ultima era una variante dall’indole più sportiva, elaborata dai tecnici AMG di Affalterbach, capace di 272 CV. Considerato il costo elevatissimo, le E36 Cabriolet sono oggi delle vere rarità.
La Mercedes-Benz A124 venne prodotta fino al luglio del 1997 in 33.952 esemplari, oltre la metà dei quali (18.572) con motore a sei cilindri.
Un’altra dimensione. I volumi della Cabriolet sono praticamente irrisori a fronte di una produzione complessiva di quasi tre milioni di esemplari della Serie 124. Tutto ciò è indice della grande esclusività di questo modello, che tutt’oggi vanta quotazioni decisamente più elevate rispetto alle altre iterazioni della famiglia W124. Le affascinanti Cabriolet sono già considerate dei “classici moderni” e, con il tipico charme della Stella a tre punte, combinano perfettamente la spensieratezza di una guida a cielo aperto agli standard più elevati dell’ingegneria teutonica vecchia scuola. Quanto di più desiderabile per godersi un’elegante crociera a cielo aperto, ancor meglio se in buona compagnia.