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23/11/2014 | di Redazione Ruoteclassiche
All’asta una rara Porsche 908/02
Il prossimo 30 novembre andrà all’incanto un raro esemplare di 908/02. Il telaio n. 05 ebbe una lunga carriera agonistica e chiuse l’impegno in pista con una “particina” nel film Le Mans. Alla prossima “The Bond Street Sale” organizzata da Bonhams a Londa il 30 novembre andrà all’incanto un raro esemplare di Porsche 908. La […]
23/11/2014 | di Redazione Ruoteclassiche

Il prossimo 30 novembre andrà all’incanto un raro esemplare di 908/02. Il telaio n. 05 ebbe una lunga carriera agonistica e chiuse l’impegno in pista con una “particina” nel film Le Mans.

Alla prossima “The Bond Street Sale” organizzata da Bonhams a Londa il 30 novembre andrà all’incanto un raro esemplare di Porsche 908. La versione “/02” corrisponde alla prima evoluzione di questo modello, dotato di una nuova carrozzeria barchetta che, rispetto alla coupé, consentiva un alleggerimento molto più consistente.

Il progetto Porsche 908 va inquadrato nell’evoluzione del motore boxer 8 cilindri 2 litri della 906 Carrera e del successivo 2.2 della 907. Presentata nel 1968, la 908 è stato l’ultimo prodotto del team guidato dal Direttore Tecnico Ferdinand Piech. La novità tecnica più interessante era il propulsore portato a 3.0 litri di cilindrata, espressione dell’orientamento tecnico Porsche di allora: architettura a cilindri contrapposti, raffreddamento ad aria, 2 valvole per cilindro. La potenza iniziale espressa da questo motore era di 350 Cv a 8.400 giri. Tale valore non era paragonabile ai contemporanei motori 3.0 litri ma va osservato che questi propulsori avevano l’obbligo di garantire affidabilità in abbondanza. A loro si richiedeva, infatti, di “sopravvivere” per almeno 6 ore di gara o per una Mille Chilometri, fino ad arrivare all’allucinante prova di forza di una 24 Ore.

Proprio per l’utilizzo in questo tipo di gare, Porsche scelse inizialmente di plasmare la 908 con una filante carrozzeria coupé, i cui esiti estremi furono raggiunti con la versione “Coda Lunga” studiata per i rettilinei di Monza, di Spa-Francorchamps o di Le Mans.

1969: la 908/02
Per la stagione ‘69, tuttavia, fu lanciato un diverso approccio, orientato alla leggerezza. Fu dunque elaborata una nuova carrozzeria barchetta che consentiva il risparmio, rispetto al coupé, di ben 100 kg.

L’esordio della nuova 908/02 alla 24 Ore di Daytona fu un disastro, con le tre le vetture ufficiali messe fuori gioco. Lo stesso alla 12 Ore di Sebring, vinta dalla Ford GT40. Questo catastrofico esordio, unito alla presentazione, al Salone di Ginevra del mese di marzo, della meravigliosa 917 12 cilindri, sembrava decretare la fine della sua breve carriera. Invece le cose, finalmente, iniziarono a girare: vittoria alla Mille Chilometri di Brands Hatch (primo, secondo e terzo posto) contro le nuove Ferrari 312P; vittoria alla Targa Florio, alla Mille Chilometri di Spa e alla Mille Chilometri del Nurburgring. In quest’ultimo caso, al traguardo della gara del Nordschleife arrivò una vera e propria flotta di 908: prima, seconda, terza, quarta e quinta assoluta.

Sul tracciato dell’Inferno Verde, in particolare, aveva debuttato una nuova forma di carrozzeria, cosiddetta “a sogliola”. L’involucro, un sottile vestito di fibra di vetro, consentiva una migliore penetrazione aerodinamica tanto che, alla successiva 24 Ore di Le Mans, l’ulteriore evoluzione Spyder Langheck, con coda lunga, si dimostrò veloce in prova tanto quanto le 908 Coupé con simile livrea, decisamente più ottimizzate. All'ultimo momento Porsche introdusse un'ultima modifica per l'esemplare affidato a Jo Siffert e Brian Redman: due flap laterali sulla sommità della coda per ridurre gli effetti del vento laterale.

La corsa fu "quasi" un successo: la coppia Siffert/Redman condusse la 908/02 LH quasi alla vittoria finale ma fu superata dalla GT40 con livrea Gulf di Jackie Ickx in prossimità del traguardo. Il belga passò sotto la bandiera a scacchi con un vantaggio sulla Porsche di soli 120 metri!

Il telaio 908/02-05
L’esemplare che sarà all’asta da Bonhams iniziò la sua carriera agonistica alla 12 Ore di Sebring del ’69 (numero di gara 30). Vic Elford e Richard Attwood non andarono oltre il 7° posto assoluto. Lo stesso Elford la utilizzò poco dopo come “auto di servizio” per i test alla Targa Florio. Tornata a Zuffenhausen, fu prestata al team Blau und Geld per la Mille Chilometri dell'Osterreichring dell'agosto '69.

No Martini? No party!
Hans-Dieter Dechent e Gerhard Koch non vinsero ma stabilirono una fondamentale relazione con la Martini & Rossi. L'anno dopo, infatti, Dechent fondò il Martini International Racing Team e la 908/02, nel frattempo ricarrozzata "sogliola", divenne una delle vetture della scuderia. Corse a Sebring e, per la seconda volta, portò a casa il settimo posto. A Brands Hatch conquistò il quinto, a Monza il 14esimo, alla Targa Florio il 13esimo, a Spa il nono e al Nurburgring il sesto. Alla 24 Ore di Le Mans, la gara clou del Campionato Mondiale Marche 1970, Dechent scritturò Helmut Marko e Rudi Lins che ottennero un brillantissimo 3° posto assoluto mentre davanti trionfava la 917 di Hans Herrmann/Richard Attwood, seguita dalla 917 Coda Lunga di Gerard Larrousse/Willy Kauhsen.

Dopo il quinto posto alla 6 Ore di Watkins Glen e alla Mille Chilometri dell'Osterreichring del mese di ottobre, la 908/02-05 si classificò al terzo posto in classifica generale del campionato, decisamente un buon risultato.

Un cammeo per Steve McQueen
La stagione '71 cominciò, per questo esemplare, dalla Mille Chilometri di Buenos Aires, dove dovette ritirarsi dopo solo 1/3 di gara. Ritornata in Europa riapparve, nel mese di aprile, a Brands Hatch iscritta dal team Auto Usdau di Hans-Dieter Weigel. Questi, aiutato dal pilota Dieter Spoerry, riuscì a terminare in 10ma posizione finale nonostante molti problemi. Quindi corse a Monza (ritiro), al Nurburgring (25esima) e alla 24 Ore di Le Mans (ritiro per la rottura del cambio).

Nei giorni della classica francese, la "02" fu acquistata dall'indimenticato Jo Siffert (pilota ma anche collezionista). Questi la prestò alla Solar Productions che la utilizzò durante le riprese del film Le Mans.

Dopo la tragica scomparsa di Siffert a Brands Hatch durante il GP di F1, la barchetta di Zuffenhausen passò di mano varie volte: il collezionista Hans Grell (proprietario di una collezione di oltre 120 vetture); Peter Monteverdi, del marchio automobilistico Monteverdi, e il collezionista Ernst Schuster. Quindi all'appassionato Porsche Julio Palmaz di Napa, California e, infine, all'attuale proprietario.

Alvise-Marco Seno

P.S.
La vettura è stata venduta per £2.185.500 (€2.779.827) premio d'asta incluso

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