Cinque milioni per la Matra di Le Mans ‘72 - Ruoteclassiche
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09/02/2021 | di Paolo Sormani
Cinque milioni per la Matra di Le Mans ‘72
Fa discutere la vendita della Matra MS670 vincitrice della 24 Ore di Le Mans del 1972, battuta all'asta per rimborsare i dipendenti della Matra.
09/02/2021 | di Paolo Sormani

Henri Pescarolo è molto amareggiato per la vendita all’asta della mitica Matra MS670 telaio n. 001, con la quale vinse la 24 Ore di Le Mans in coppia con Graham Hill. Lagardère l’ha ceduta per indennizzare centinaia di operai licenziati senza giusta causa.

"Sono enormemente amareggiato, lo Stato francese non avrebbe mai dovuto autorizzare la vendita di questo patrimonio sportivo dell’automobile. È come se il Louvre avesse venduto la Gioconda per finanziarsi”. Questa, in sintesi, la reazione del pilota Henri Pescarolo dopo la vendita all’asta della Matra MS670, al volante della quale vinse la 24 Ore di Le Mans nel 1971 in coppia con Graham Hill. L’auto da corsa proveniente dal Museo Matra di Romorantin è stata battuta per ben cinque milioni di euro da Artcurial, nella vendita all’asta “La Parisienne”, di solito fidanzata con Rétromobile. Per gli appassionati e gli sportivi francesi, è un colpo al cuore. Il piccolo dramma si è consumato in 12 minuti. Si sa chi l’ha venduta, il Gruppo Lagardère. Non così il nome dell’acquirente, che secondo il pilota di rally Hervé Poulain è d’Oltremanica.

Venduta per risarcire gli operai. Già, ma com’è finito all’asta un pezzo di storia dello sport auto transalpino? È decisamente l’aspetto più interessante di questa vicenda, che ci ricorda come l’automobile sia solo la frazione di un mondo più complesso e difficile. Tutto ha avuto inizio 17 anni dopo la chiusura della fabbrica Matra (acronimo di Mécanique Aviation TRAction) di Romorantin. Qui si costruiva la Avantime, l’ultimo modello realizzato per la Renault. La Corte d’appello del Tribunale di Bourges ha accolto la richiesta di risarcimento avanzata da 296 ex dipendenti giudicando il loro licenziamento da parte del Gruppo Lagardère illegittimo, perché senza causa seria e reale. Il giudice ha condannato quindi l’allora proprietario della Matra Manufacturing & Services a versare un’indennità complessiva di 4.200.900 euro. Di fronte a tale decisione, il gruppo Lagardère non ha trovato di meglio che disfarsi della Matra MS670 numero di telaio 001, stimato dalla Casa d’aste Artcurial fra la base d’asta di quattro e i sette milioni e mezzo di euro. Sono in molti ad aver obiettato che lo Stato francese avrebbe dovuto esercitare il diritto di prelazione per porre la vettura sotto tutela nazionale. Immaginate il polverone da noi, se l’Alfa Romeo Tipo 33 T12 custodita nel museo di Arese fosse venduta a un privato per la stessa ragione…

Macchina che vince, si cambia. È di magra consolazione sapere che il nuovo proprietario non la lascerà ferma in un museo, ma preferirà farla correre nelle rievocazioni in pista. Il comunicato spiega come la MS670 sia stata ceduta “nella configurazione della vittoriosa 24 Ore di Le Mans del 1973. Sulla tabella porta il numero 15 con cui l’anno prima conquistò la corsa più famosa al mondo”. Prima della vendita, Pierre Bertoux, un ex meccanico della Matra, aveva dichiarato che “la posizione di Lagardère è inammissibile, è un colpo di pugnale alla schiena dei lavoratori che l’hanno costruita”. Bertoux ha fatto anche notare come l’auto non sia esattamente quella del trionfo di Pescarolo e Hill. Se il telaio del prototipo è effettivamente il numero 001, il motore è il V12 Matra montato sulla Ligier F1 MS76 (una sola vittoria a curriculum), con cambio non originale. Anche i cerchi e la carrozzeria sono difformi, come testimonia la posizione delle decalcomanie SEV Marchal, diversa dalle foto dell’epoca. D’altra parte, gli esperti di Artcurial hanno fatto notare come sia difficile trovare un prototipo da corsa di 50 anni fa che abbia mantenuto i matching numbers e la configurazione originali, poiché una vettura che ha corso per più gare presenta modifiche ed evoluzioni intorno allo stesso telaio. Per esempio, la MS670 ha corso e vinto la 1000 KM di Zeltweg del 1973 e ’74, sempre con i piloti ufficiali Henri Pescarolo e Gérard Larrousse, ma nelle configurazioni B e C. Motori, scatole del cambio e carrozzerie erano intercambiabili: l’importante, concludono, è che il telaio sia certificato e che tutte le parti siano effettivamente di provenienza della squadra corse Matra.

La tripletta Matra a Le Mans. La vittoria del 1972, dovuta anche al bando dei motori 5 litri per lasciare spazio ai 3.000 derivati dalla F1, inaugurò la tripletta che gonfiò di legittimo orgoglio il petto dei Galletti. Per la prima volta l’egemonia diFerrari, FordePorsche era stata spezzata da una vettura francese, che a Le Mans non trionfava dal lontano 1950. La vittoria della MS670 "coda corta" rese Graham Hill il primo e finora unico pilota a vincere la Triple Crown, costituita dalla 24 Ore della Sarthe, dalla 500 Miglia di Indianapolis e dal Gran Premio di Montecarlo dove Hill vinse per ben cinque volte. Pescarolo avrebbe trionfato di nuovo a Le Mans nei due anni successivi, con Gérard Larrousse sulle barchetta MS670 B e C, prima di un ultimo acuto nell’edizione 1984 su Porsche 956B. La Matra si aggiudicò anche il Mondiale Marche nel ’73 e ’74. Fine meno gloriosa per la Manufacturing & Services: il Gruppo Lagardère l’ha ceduta nel 2014 alla MGF Easybike, già proprietaria dello storico marchio Solex, che così può commercializare le biciclette a pedalata assistita brandizzate Matra. O tempora…

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