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10 auto per sfilare a carnevale

Anche quest’anno niente carri e parate, ma siccome ogni scherzo vale, siamo andati a cercare le classiche e youngtimer più variopinte, con cui fare un figurone alla sfilata (virtuale) di carnevale. E come potevamo lasciar fuori la Batmobile?

Ti conosco, mascherina! Da che mondo è mondo, ci si traveste per non farsi riconoscere e le auto non fanno eccezione. Soprattutto in fase di prototipazione, quando si presentano ai test su strada come Arlecchino, mascherate e con la carrozzeria finta. Travisate a effetto optical, per non lasciar individuare le forme e le linee definitive. Ogni scherzo vale, un po’ come a carnevale. Da che cosa travestireste la vostra auto classica, o quale youngtimer scegliereste per distinguervi fra i carri della sfilata virtuale di quest’anno? Ecco qualche idea.

Volkswagen Polo Harlekin e Golf Harlequin. Nel 1995 Volkswagen sorprese tutti con l’allestimento più buffo, strano e colorato della storia dell’auto tedesca. L’idea della Harlekin – in omaggio alla famosa maschera bergamasca – trovò ispirazione da un Maggiolino che nel 1964 fu travestito con una carrozzeria multicolore, per dimostrare l’intercambiabilità di cofani e pannelli su più anni di produzione. L’idea fu ripresa nel 1995 al lancio europeo della Polo, per illustrare in un colpo solo le tinte disponibili di serie. Con grande sagacia, fu decisa anche una piccola produzione di serie di 1.000 esemplari, saliti a 3.800 a grande richiesta. Incassato il clamore pubblicitario (e qualcosa di più), Volkswagen rilanciò l’anno successivo con la terza serie della Golf per il mercato nordamericano. L’edizione limitata fu ribattezzata nell’inglese Harlequin e delle 264 unità costruite, almeno una buona metà è ancora in circolazione. Quattro i colori base: verde Pistachio, giallo Ginster (ginestra), rosso Tornado e blu Chagall. Per non confondersi, a libretto era annotata la tinta del tetto. In Italia ne furono acquistate pochissime, quindi attenzione: oggi anticonformismo e rarità pagano anche al borsino delle youngtimer.

Mercedes-Benz A160 Häkkinen Edition. Un’altra tedesca insospettabile è la Mercedes-Benz, ma qui il carnevale proprio non c’entra. Nel ’99 fu proposta sul mercato un’edizione della A160 intitolata a Mika Häkkinen, che l’anno prima era ridiventato campione del mondo di Formula 1 davanti a Eddie Irvine. Appena 250 esemplari, la cui livrea in grigio e nero con gli accenti rossi sulle fasce richiamava la McLaren MP4/14, con cerchi in lega da 18” cortesia della AMG. Gli interni in pelle? Totalmente rossi, quindi poco tedeschi e tantomeno finlandesi… Però il 4 cilindri M166 1.6 a 5 marce filava: con 102 cv e 150 Nm di coppia, la A160 dichiarava i 180 kmh. E non era uno scherzo!

BMW ART CARS. Le maschere classiche erano i protagonisti della commedia dell’arte, quindi la connessione con fra il carnevale e le Art Cars BMW è meno irriverente di quanto si pensi. Se proprio dovessimo sceglierne un paio per fare colpo alla sfilata, andremmo sicuramente sulla numero uno, cioè la M1 affidata nel 1979 a Andy Warhol. A essa sono legati due fatti eccezionali: il primo è che l’esponente della Pop Art la multicolorò con le proprie mani, senza affidarla agli assistenti. Applicò qualcosa come sei chili di colore in 28 minuti. Veloce, vero? Mai come “l’auto più cara del mondo” che – ecco la seconda curiosità – fu schierata in pista alla 24 Ore di Le Mans del 1979. Ottenne un bel sesto posto assoluto con Winkelhock/Mignot/Poulain, prima di ricevere un posto d’onore al Museo BMW di Monaco. Ancora più carnevalizio il costume della BMW Art Car del 1990, affidato all’avanguardista spagnolo César Manrique. Il pittore Scelse una Serie 7, che rivestì di colori e forme astratte per evocare la natura dell’isola di Lanzarote. Il nero del design rappresenta le pietre laviche dell’isola delle Canarie, il verde la foresta pluviale e il rosso la vita. Nelle forme indefinite s’intuisce la prerogativa di un’automobile: i passeggeri.

Fiat Panda Alessi. Dall’arte al design è un attimo. Sulla Panda ci hanno fatto e messo un po’ di tutto (persino la trazione integrale e il motore elettrico); quindi non poteva mancare una versione affidata ad Alessi, da un secolo esatto (fu fondata nel 1921) nome di punta della creatività italiana. Sulle forme della Panda seconda serie del 2004 si “divertirono” il Centro stile Fiat e Stefano Giovannoni, responsabile del design Alessi. Il risultato esalta le linee stondate in un’azzeccata serie di tre accostamenti di bianco con l’arancione, il nero e il verde. Mentre i copricerchi richiamano la fascia bianca tipica della prima 500, un effetto speciale sicuramente carnevalizio è l’antenna della radio che si illumina. Fa molto cucina invece la lavagnetta installata all’interno delle alette parasole, su cui annotarsi la lista della spesa.

Renault Supercinque. Restiamo nel campo del design, ma facendo retromarcia a vent’anni prima. Nel 1984 Marcello Gandini aveva firmato felicemente la linea della Supercinque, che doveva succedere all’amata bestseller R5. Per il suo lancio, in Renault si pensò di sfruttare la new wave postmodena affidando il carattere della nuova utilitaria a una équipe di otto maestri italiani della moda, della pittura, del design e dell’architettura. Non perché sembrano uno scherzo, ma per l’interpretazione variopinta, le più intonate al carnevale sono quelle di Ugo Nespolo, Ettore Sottssass e Paolo Portoghesi. Osservate con gli occhi di oggi, ritroviamo in quelle Supercinque la spontaneità e la gioia contagiosa del comunicare tutta la gamma emotiva dell’automobile.

Barris Batmobile e Munster Koach. Quando è il momento di scendere in parata, la pole position ad honorem tocca a George Barris. L’uomo che ha inventato il termine “kustom car” è stato per decenni il carrozziere più richiesto da Hollywood per sgommare nell’azione i suoi eroi mascherati. La sua auto più celebre è la Batmobile, approntata in appena tre settimane per la serie tv del 1966 interpretata da Adam West, il Batman con la pancetta. Fu sviluppata sulla concept Ford Lincoln Futura del 1955, con il V8 da 429 pollici cubi in versione dragster, all’interno della carrozzeria in acciaio battuta a mano. Nel 2014 è stata acquistata all’asta da un certo Rick Champagne, un imprenditore americano della logistica, per qualcosa come 4.200.000 dollari! No, non è uno scherzo… Un’altra macchina da telefilm più veloce di qualsiasi carro a tema è la Munster Koach, della popolare serie “The Munsters”. Barris, che era Barris, fece le cose in grande saldando tre carrozzerie Ford Model T e montando un V8 Ford in configurazione Mustang ’64, con 10 carburatori cromati Carter WA-1 e testate da corsa. Nel caso foste a corto di idee per il 2022…

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