Si è tenuta lo scorso weekend la fiera più importante dell’anno per l’auto da collezione. Tra le presenze ufficiali imponenti gli stand di Mercedes, Audi, Alfa Romeo, Porsche e Volkswagen. Le compravendite segnano il passo: bene le Alfa, poche le Porsche vendute. Prezzi fermi o in calo, collezionisti/appassionati sempre più esperti, si compra soprattutto fino a quota 30.000 euro. E solo se ne vale la pena.
ll settore dell’auto da collezione ha avuto il suo tradizionale weekend trionfale ad Auto e Moto d’Epoca, punto di incontro di passione, cultura e mercato. Mancando – ormai da troppo tempo – un “VERO” salone dell’automobile nuova, la fiera espositiva di Padova cerca di portare all’attenzione del pubblico anche qualche piccolo scorcio sulle novità di settore. Il che, da un certo punto di vista, è un pregio: calate in una atmosfera classic o vintage, le auto nuove riescono – per un weekend – a uscire dalla banale dimensione di elettrodomestico cui questi tempi frenetici le hanno costrette.
Copiosa, come sempre, la presenza di club e registri di marca o modello che, grazie alla passione e all’impegno dei proprietari permettono ogni anno al pubblico di ammirare vetture di grande spessore storico e collezionistico. Ma ad Auto e Moto d’Epoca è stato possibile fare il punto sulla situazione di mercato, sui prezzi e sull’andamento delle quotazioni.
LE PRESENZE UFFICIALI
Anche quest’anno il contributo delle Case Madri ufficiali ha creato un’ottima occasione per “fare cultura” intorno all’automobile e valorizzare la sua storia. Mercedes, nel raccontare il suo impegno nelle corse, ha esposto una serie di gioielli di grande valore: dalla W196 del ’54 guidata da Juan Manuel Fangio, alla 300 SL Gullwing. Dalla 450 SLC Pagoda per le sabbie alla 190 per il DTM, dalla AMG GT GT3 alla monoposto che corre in F1. Chiave di volta l’affascinante C111 con motore Turbodiesel, una straordinaria recordcar. Sulla stessa lunghezza d’onda l’Audi, presente con una Auto Union Type D “Sanction II”, due esemplari da rally (una 80 e una quattro) e gli ultimi modelli da corsa per GT3 ed Endurance.
Si è percepito il valore storico del brand anche da Volkswagen (in occasione dei 40 anni della Golf GTI esposta tutte e sette le generazioni), da Alfa Romeo (un memorabile parterre di berline degli Anni 20, 30 e 40 circondavano la nuova Giulia), da Lamborghini (due Miura e la Concept S) da Porsche (sullo stand di Porsche Italia quasi 10 esemplari tra 356, 914 e 911 degli Anni 70 e 80, oltre a una magnifica SC da rally proveniente dal Museo di Stoccarda), da Volvo (la Amazon, la 245 Polar e la 250 T5 R), da Citroen (le “mitiche” 205 CTI e la Eclipse del ’35, prima auto con hardtop metallico ripiegabile), da Abarth (la 124 Rally con i due nuovi modelli recentemente presentati, stradale e da corsa), da Citroën (2Cv, Mehari e un trionfo di DS), da Jaguar (C-Type, D-Type ed E-Type) e da Volvo (fascinose station wagon: la Amazon, la 245 Polar e la 250 T5 R). Anche Pagani Automobili ha dato il suo piccolo contributo all’heritage portando, tra le 4 vetture presenti nello stand, la prima C12S del 2004.
IL MERCATO
Abbiamo intervistato le aziende attive del commercio di vetture classiche e da collezione per registrare gli umori della fiera. Il responso è pressoché unanime: si respira una certa aria di crisi o, in altri termini, di calo dell’euforia che ha caratterizzato gli ultimi anni. Ciò al netto di alcuni exploit di mercato che, tuttavia, non spiegano il settore nella sua completezza. Abbiamo visto, quest’anno, una copiosa penuria di cartelli “venduta” e un nutrito campionario di toni di grigio sui volti di molti titolari di attività dedicate al commercio di auto di prestigio.
Una prima considerazione riguarda l’offerta: la proposta di automobili classiche è sempre più ampia, soprattutto con riferimento agli esemplari restaurati. L’appassionato e/o il collezionista si presentano ad Auto e Moto d’Epoca con le idee sempre più chiare su quello che cercano e, soprattutto, con un livello culturale sempre maggiore. L’obbiettivo, per tornare a casa con una classica, è saper individuare i punti critici di un esemplare o saper analizzare un restauro per valutarne la qualità o, nel caso di automobili conservate, le condizioni di originalità.
OK IL PREZZO E’ GIUSTO
Gli operatori del settore parlano di una generalizzata stagnazione delle quotazioni, finanche con una tendenza al ribasso per quei modelli che negli ultimi anni hanno registrato vere e proprie impennate ma solo a causa del fenomeno speculativo (naturalmente le Porsche 911 ma anche nel reame Ferrari all’indirizzo di Testarossa e la famiglia delle 208 e 308). Si parla di valori medi inferiori del 15 – 20%. Si vociferava che quest’anno la “fiera delle Porsche” sia andata alquanto maluccio e che un numero piuttosto esiguo abbia trovato un nuovo compratore. La vivacità maggiore, secondo le opinioni, si è vissuto a livello delle vetture italiane (soprattutto Alfa Romeo) e nella fascia di mercato fino a 30.000 euro. Oltre questa soglia e fino a 100.000 euro il mercato appare stagnante, ingessato da una condizione di incertezza e dalla consapevolezza che i prezzi siano troppo elevati rispetto al reale valore collezionistico.
Al di sopra di 100.000 euro di prezzo, ormai vige una feroce selezione: si compra solo il meglio, ovvero esemplari in condizioni perfette, in stato di conservazione di alto livello o con un restauro classificabile come perfetto nell’esecuzione (rispettando tutti i crismi dell’originalità). Vale l’ulteriore considerazione che laddove la vettura è molto rara, ciò costituisce un premio alla desiderabilità e una certezza della preziosità della vettura.
Già nei giorni di Auto e Moto d’Epoca, comunque, le riflessioni chiamavano in causa il prossimo importante appuntamento di fine novembre per l’analisi del barometro del mercato: la prima edizione “autunnale” di Milano Autoclassica (25 – 27 novembre) proporrà, infatti, l’asta 2000 ruote organizzata da RM Sotheby’s, con oltre 430 lotti per tutti i prezzi e tutti i gusti.
Alvise-Marco Seno